Ciao a tutti amici ludici.
Alcuni appunti sull'EPT di Copenhagen.
Primo, la malcelata insoddisfazione di non vedere manco un italiano nei primi 10-12 nonostante un certo Luca Pagano, Guido Meacci (che sorpresa!) e tale Marco Lucidi (che non conosco) riusciti a superare il primo turno.
Secondo, un grande stratega come Dario Alioto e una "mina" come Minieri che non sono riusciti ad avere la meglio in prima giornata su un field non irrestibilissimo.
Terzo, appunto, la relativa mancanza di giocatori di calibro (Ivey, per es.) e la assoluta superiorita' sia numerica che qualitativa dei giocatori svedesi che a mio parere si classificano oramai come primi al mondo.
Ho visto un paio di giocate da svedesini al massimo 22enni che rappresentano un top in termini di strategia (descritte in un numero prossimo di PS).
Un torneo questo, secondo me il piu' prestigioso di tutti gli EPT, Montecarlo escluso, in cui in prima giornata il gioco predominante era quello tight estremo (parlo di media dei tavoli, ovvio).
Moltissime mani in cui c'era un solo raise e un fold generale.
Insomma, un torneo dove credo moltissim iitaliani avrebbero ben figurato (come in effetti è stato).
Una cosa curiosa (non poi tanto) è che quando planava ad un tavolo un nuovo giocatore foderato di gettoni prestissimo la padronanza del tavolo apparteneva a lui e senza nemmeno tanto sforzo.
Calcolando che la stragrandissima maggioranza del field si è classificata on-line questo mi è parso un po' strano (nulla da perdere, valore dell'aggressivita' tipica degli onlinisti, etc)
Dario Alioto è uscito dopo una giocata a mio avviso sensatissima e ha perso la mano solo perchè l'avversario aveva AA, difficile da foldare. Dario ha rappresentato in maniera egregia un trips di 10 e anche in caso di call aveva ancora outs per chiudere un colore.
Dario Minieri probabilmente subisce la sua immagine di giocatore ultra-aggressivo (pochi lo sono in questa maniera). Ovvio che una mano in cui pesca l'avversario con i nuts (come è successo nel torneo) lo relega shortstacked o addirittura out.
Un classico alla Stu Ungar: out early o strapieno di gettoni dal secondo giorno in poi...
Luca Pagano, notoriamente molto solido, è cascato in un tavolo di deep stacks in cui gli steals e le manovre di classe di cui è capace valgono meno che non in tavoli iniziali.
Sfortunaccia anche per Mirko Schiavo cascato nell'unico tavolo con gli unici o quasi veri campioni: avere TJ Cloutier, Marcel Luske e Alexander Stevic non è quello che si definisce "ottimo draw".
Meacci, una volta giunto con 50.000 e piu' gettoni in prima giornata, pareva stanco, rassegnato e si consegnava al solito svedesino chip-leader che faceva raise 3 mani su 5 (vincendole tutte, preflop e non).
Mi ero preparato ad assistere ad una battaglia di raise, reraise e all-in ma l'azione è stata abbastanza low fino al solito punto dell'aumento insopportabile dei blinds.
Gli svedesi: certo sono tanti ma giocano con un controllo e una lettura delle carte avversarie molto suggestiva. Ho visto foldare la coppia immediatamente inferiore (7-7 contro 8-con grande naturalezza e per soli 4 volte il blind (prima giornata).
E ho visto fare lo stesso call (8-8 contro 6-6) su un all-in di circa 6000 punti dopo un raise del caller.
Grande lettura, conoscenza degli avversari (possibile, erano in gran parte scandinavi) o classe infinita?
Diverso il discorso dei cash games dove regnavano bluffs oltraggiosi e raises monumentali.
Ho giocato ad un NL con 100-200 di blinds (circa 14-28 euro) e 5000 (720 euro) di buy-in.
Per un giocatore solido era quasi impossibile uscire perdenti da questo tavolo.
AK valeva un reraise di 2000 o piu' e se il board mostrava carte piccole era un all-in sicuro.
Svedesi a questo tavolo? Nessuno. Tutti trapiantati in Danimarca o Svezia e nessun biondo al tavolo.
Meno male.
L'Omaha pot vedeva Luske al tavolo (i buy-in erano di 10.000 corone).
Uno spettacolo per i pochi minuti cui ho assistito.
Conclusione: se davvero si vuole vincere a questo gioco, misto di lettura, timing, strategia e tanto culo, mi sa proprio che bisogna andare a scuola in Svezia.
Lo so che è difficile alterare la natura mediterranea dei nostri caratteri italici, ma scopiazzare qualche mossa vichinga migliorerebbe il nostro gioco.
Ciaoo
Trevix