Ciao a tutti.
Stavo approfondendo alcuni concetti di tecnica e strategia relativamente ai SNG e ai MTT, e volevo sottoporre all’attenzione di chi, sicuramente, gioca di più e meglio di me, alcune considerazioni che vorrei tanto fossero smentite da aspetti che momentaneamente sfuggono alla mia comprensione.
In particolare mi riferisco all’applicabilità di alcuni modelli decisionali che la letteratura sul poker ci propone come fondamentali.
Prendo come esempio il modello decisionale basato sulla determinazione del MoneyEv ($EV). Il testo su cui stavo studiando mi propone il seguente caso: SNG in fase prebolla con 4 play, di cui 3 che vanno ITM, tutti con pari stack di circa 3000 e livello blind 100/200. Sono di BB con A9s, tutti foldano tranne lo Sb che rilancia andando all-in. Potendo ritenere, per come ho visto giocare il mio avversario durante tutto il torneo, di assegnargli un range di mani 22+, A2+, K8+, Q9+, JT cosa si deve fare?...foldare o chiamare?
Partendo da questo contesto il testo sviluppa una dimostrazione analitica che, pur essendo rigorosa sia in termini strettamente matematici, sia in termini di logica di torneo, mi lascia alquanto perplesso sull’aspetto della sua applicabilità ad un situazione reale. Infatti la dimostrazione inizia determinando la equity che le mie hole cards hanno nei confronti del range assegnato al mio avversario, determinazione che presuppongo venga calcolata facendo la media di tutti le equity che la mia mano avrebbe rispettivamente contro le oltre 40 mani che avrei assegnato come range al mio avversario, (attendo conferma a proposito), e già qui ho alcune perplessità sulla capacità di poter calcolare questo valore medio in tempi ragionevoli per poter giocare una mano on line, (a meno che non si disponga di un software apposito, al quale comunque bisogna fare il data entry di 40 mani).
Assegnato comunque alla mia mano una equità 54,6%, attraverso il modello ICM, anche questo non rapidissimo da applicare, si determina il valore del $EV prima della mano in analisi, e il valore $EV dopo l’ipotesi che io abbia chiamato la mano e abbia vinto. Si calcola poi il delta tra i due $EV appena calcolati, e a seguire si va a calcolare, in base alla mia equity media precedentemente determinata, la differenza tra il prodotto di questo delta con la probabilità di vincere la mano, meno $EV prima della mano moltiplicato per la probabilità di perdere la mano stessa.
Applicato ai dati dell’esempio, questo procedimento, valutati gli stack, il numero dei players e la ripartizione dei premi, si arriva ad un risultato di quest’ultima differenza negativa, il quale di permette di affermare che la scelta migliore è fare fold in quanto chiamare l’all-in ha un $EV negativo.
A conclusione di ciò, sperando di non essere stato troppo lungo, mi domando e domando soprattutto a voi, com’è ragionevolmente possibile applicare questo modello decisionale, il quale, ripeto, da un punto di vista analitico non fa una piega, ad una partita reale? Si utilizza un apposito software? …ma se tutti utilizzano un software, nessuno farebbe più scelte sbagliate e, nel lungo periodo, si andrebbe tutti in pareggio?
Inoltre, un modello matematico e tanto più valido quanto più può fornire dati in uscita che non siano troppo influenzati dal livello di confidenza dei dati d’ingresso. In questo caso, avendo assegnato un range al mio avversario che può andare da AA (equità 11%) a Q9o (equità 72%) come posso ritenere attendibile il risultato proposto dal modello decisionale?
Con la speranza di essere prontamente illuminato vi ringrazio per l’attenzione e vi saluto.