Questo racconto l'avevo messo su un altro forum, ma visto che ora ho il mio blog lo ripropongo.
Grazie ancora per l'incoraggiamento
Poker Noir
Quel sadico bastardo ci aveva tirato veramente un brutto scherzo.
Eravamo lì, io e i miei compagni del circolo, seduti davanti a un tavolo da poker, in una cascina sperduta, a iniziare il più importante torneo di texas hold’em che avessimo mai giocato.
Eravamo in nove e vinceva tutto il primo, o meglio, era l’unico a non perdere, infatti gli altri otto sarebbero stati eliminati, nel senso letterale del termine.
Il sadico aveva un fratello che frequentava, tra gli altri, anche il nostro beneamato circolo di poker, come tanti giocatori incalliti si era riempito di debiti, poi era stato preso dalla depressione e infine si era suicidato, per cui il bastardo reputava tutti noi colpevoli del fatto che lui ora fosse figlio unico.
Così eccoci qua, in nove, un full table, a giocarci la vita con il sadico che fa il dealer e nove scimmioni, uno a testa, pronti a prelevarci e a portarci nella stanza a fianco per spararci un colpo in testa appena avessimo finito le nostre chip.
Oltre a me c’è il pelatino un uomo sulla cinquantina, sia come età che come peso, l’aggettivo che meglio lo distingue è arido, a seguire, a pochissima distanza, viscido; non è un cattivo giocatore, ma come tutti i giocatori, pensa di essere più forte di quello che è.
Poi c’è il ciccione, il soprannome dice già molto, anche lui sulla cinquantina, ma solo in senso anagrafico, diciamo che il rapporto tra lui e il pelatino potrebbe definirsi di amicizia, sia chiaro, entrambi non darebbero un unghia per l’altro e probabilmente gli mozzerebbero una mano per un buon flop, ma comunque spesso ridono e scherzano insieme.
Il quarto dell’allegra combriccola è il giovane figaccione, non è un soprannome, è bello molto ricco e ha meno di 25 anni.
Gioca per il puro gusto di vincere e di essere considerato un gran talento, è un bravo ragazzo e, fino ad oggi, la vita con lui è stata molto generosa.
La quinta è la sciura, benestante, vedova, annoiata, viziosa; gioca perché è l’unica cosa che ancora la eccita, con due assi in mano credo raggiunga l’orgasmo.
A fianco alla sciura c’è lo slavo, in realtà non so di dove sia, penso di un paese dell’est, comunque non è italiano. E l’unico che gioca per vivere, non lascia niente al caso, al poker non chiede emozioni ma soldi.
Il ragioniere, buon padre di famiglia, anche se un giorno ha portato al circolo il figlio di quattro anni e l’ha fatto restare seduto davanti alla televisione per sei ore fornendogli una quantità industriale di gelati e aranciate per farlo stare buono. Diciamo che è difficile immaginarselo con la moglie in un fine settimana di sesso infuocato, anche lui nel poker cercava di compensare quella mancanza di adrenalina che la vita quotidiana difficilmente fornisce.
Il brianzolo non è un uomo ma uno stereotipo, ha la sua fabbrichetta, parla un milanese sguaiato e biascicato e ha la sensibilità di un elefante; si può dire che fu lui a dare il colpo di grazia al fratello del bastardo sadico, infatti dopo avergli vinto una mano da parecchi euro con un colpo di fortuna al river vedendolo un po’ giù gli disse “ Ue pirla, se ti devi suicidare non buttarti giù da questo balcone che ciò il Cayenne parcheggiato qua sotto ah ah ah…” .
E infine il vecchio, gran giocatore, tutta esperienza e sangue freddo, ma la cosa che lo rende unico era il distacco, il distacco del giocatore che non potrà stupirsi di niente, davanti a sequenze di carte che noi giudicavamo incredibili lui era solito dire “Se non l’avessi già vista una decina di volte mi stupirei anch’io!”
Era l’unico che anche quando giocava sembrava avere un cuore, era arrivato a quella fase in cui il poker è solo un gioco.
Inizia il torneo, il tavolo è solitamente prudente, ma un giro intero in cui vince il grande buio senza neanche la chiamata del piccolo si può spiegare solo con la tensione dovuta dalla posta in palio.
La sciura pensa una decina di secondi e rilancia, i muscoli della faccia le diventano più tesi di quello che già erano, non c’è bisogno di essere professionisti per capire che ha in mano qualcosa. Lo slavo la guarda, o meglio la scruta, è incredibile come riesca a mantenere il sangue freddo, la sciura è sempre stata una delle sue vittime preferite e al pensiero che quello potrebbe essere il suo ultimo rilancio sorride, “all in “ sentenzia.
Passano tutti è il turno della sciura, alla tensione dei muscoli facciali si aggiungono le perline di sudore sulla fronte, lo guarda con tutto l’odio, l’astio e il rancore che ha dentro, si ricorda tutti i soldi che quel maledetto gli è costato, guarda i suoi due re neri, sperando che arrivasse da loro il suggerimento giusto, chiude gli occhi, e dice quello che doveva dire “vedo”.
Quando lo slavo mostra i suoi due re rossi la sciura più che rilassarsi si scioglie, “accontentarsi di dividere il piatto con due re in mano non è da vincenti, ma va bene così” sembra dire.
Il flop è costituito da
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la sciura non crede ai suoi occhi, il volto si infuoca, la bocca si apre ma non esce nessun suono; il turn è di picche, lo slavo è sereno, non può perdere, la donna è sull'orlo dell'arresto cardiaco, ecco il river....
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La sciura inizia a guardarsi intorno "ehi cosa fate.. giù le mani..siete pazzi..aiuto no..no vi prego.." sentiamo la porta della stanza a fianco che si chiude, due colpi di pistola, il silenzio e la faccia del nostro bastardo sadico che accenna un sorriso " blind please".
Dopo un altro giro senza grossi colpi di scena l'atmosfera si è un po' alleggerita, tutti sapevano che la donna era la meno indicata a vincere il torneo, sarebbe stata la sua prima vittoria... e il fatto che fosse uscita per prima in un certo senso rasserenava gli altri, che ritenevano di essere i più forti al tavolo.
E' il mio turno, passo due carte insignificanti, il ragazzo mi guarda, mi sorride e rilancia di tre volte il piatto. L'unico che chiama è il pelatino, il ragazzo sembra sorpreso, mi mostra le sue carte: una coppia di 7, uno di quadri e uno di fiori, in due è una bella mano.
Il dealer stronzo sadico gira
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Il ragazzo ha un tris, ma la mano è pericolosa, il pelatino riesce a restare calmo, il ragazzo non aveva problemi di soldi, era bello, aveva donne e tutto quello che voleva, ma tutta la sua sicurezza, tutta la sua spocchia tutta la sua arroganza in quel momento lasciano il posto alla fragilità che solo un giovane vissuto nel benessere che non ha mai conosciuto l'ombra delle difficoltà della vita può avere; è lì sospeso, senza fiato, col cervello che pulsa e gli impedisce di ragionare; "check", "check" risponde il pelatino.
Ecco la quarta carta
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il ragazzo riesce a rallentare il battito cardiaco, "ragiona !" si urla, il pelatino guarda le carte, il ragazzo lo vede "non ha i cuori in mano, sta controllando se ce ne almeno uno, non posso fargli vedere l'ultima carta", "all in". Il pelatino lo guarda, gira le sue carte coppia di 5, nessun cuori, ma c'è la scala.
Il ragazzo sbianca, era il segnale che il pelatino cercava, ma ancora non è sicuro, ancora deve decidere se vedere l'all in del ragazzo.
Il giovane diventa sempre più rosso, il suo avversario ormai è sicuro che non si troverà di fronte il colore di cuori, ma vuole aspettare a rispondere; le lacrime iniziano a segnare il volto del ragazzo, dalle lacrime scoppia un pianto di disperazione. Il pelatino si decide e vede la puntata del ragazzo che a questo punto può vincere solo se il river trasformerà il suo tris in un full o un poker. L'asso di quadri non serve a salvargli la vita.
I blind salgono vertiginosamente, devo giocare aggressivo per rubare i maledetti bui, riesco con questa strategia a rimanere a galla, gioco che non riesce al ciccione che costretto a un all in dal vecchio incappa nelle due donne più dure della sua esistenza.
Escono, costretti dalla velocità dei bui a all in con poche velleità, nell'ordine il brianzolo e il ragioniere; la paura che coglie i giocatori rimanenti ogni volta che sentono i colpi di pistola per gli eliminati è inversamente proporzionale al numero di chip che hanno davanti.
Il vecchio rilancia da buona posizione sul pelatino che passa, "in questo torneo sei quello che ha meno da perdere, perchè non ci fai vincere, cazzo! " "è quello che provo a fare" gli risponde il vecchio mostrando le sue carte:![]()
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Il pelatino non la digerisce, per il giocatore subire il bluff è quasi più umiliante che farsi scopare la moglie. La mano dopo il pelatino chiama senza rilanciare, lo osservo e capisco che sta aspettando qualcosa, ho buone carte in mano, ma non potrei reggere un rilancio, non sono ancora sul lastrico, decido di non rischiare e passo, il vecchio rilancia forte, sul volto del pelatino si stampa un sorriso sospetto..., ma come fa a non capire che ci stiamo giocando la vita, che non è una gara a chi è più furbo o più intelligente, cosa deve dimostrare e soprattutto a chi se tra poco saremo tutti morti!
Arriva il suo turno, "all in", il vecchio lo guarda, "avrai bisogno di molta fortuna" , dice girando i suoi due assi; stavolta è il pelatino a far sgorgare le lacrime, era in piedi per girare la sua coppia di jack, ma la vista delle carte del vecchio lo ha fatto crollare sulla sedia aspirandogli tutte le forze, tranne quelle che gli servono per piangere.
Diciotto probabilità su cento per sopravvivere, se avesse cento vite ottantadue le perderebbe in quella mano.
Invece perde l'unica che ha.
Con un river amico elimino lo slavo, mi sento come se avessi premuto io il grilletto.
Per tutto il torneo mi sono guardato in torno cercando possibili vie di fuga, ma la porta e l'unica finestra sono costantemente sorvegliate dai gorilla del sadico, e poi loro sono in nove e armati, tanto valeva concentrarsi sul torneo.
Inizia la sfida con il vecchio, davanti abbiamo lo stesso numero di chip, un paio di mani di studio, poi arriva la mano importante....
Ho in mano una coppia di 8, rilancio, il vecchio mi guarda per studiarmi, mi conosce, decide di vedere.
Se mi ha visto senza rilanciare penso che abbia due carte alte, o forse a già una coppia più alta della mia e vuole tirarmi in mezzo.
Il sadico mette tre carte sulla tavola e le gira,
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I semi sono diversi, bene, una cosa in meno a cui pensare; ho un tris, non devo farglielo capire, devo far condurre il gioco a lui, per adesso non corro molti rischi e non punto.
Il vecchio pensa una decina di secondi, un'eternità, e non punta neanche lui.
Mi spiazza, perchè non ha puntato? possibile che sia venuto a vedere senza avere niente in mano? devo capire!
Gira la quarta carta,
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ho un full, ma non ho ancora idea di cosa possa avere lui.
Punto, il vecchio rilancia all in, vuole spaventarmi, se avesse un punto più alto del mio avrebbe visto e basta.
Vedo e il vecchio mi gira le sue carte,![]()
, il suo full di donne è vincente.
Non faccio in tempo a dipingermi di rosso che una sventagliata di mitra demolisce la porta della stanza, tre gorilla cadono a terra, probabilmente morti, entrano nella stanza un numero imprecisato di poliziotti, la sparatoria dura pochi secondi, faccio in tempo a rifugiarmi sotto il tavolo, il vecchio cerca di raggiungermi ma un proiettile lo colpisce alla schiena, cade per terra, lo trascino sotto il tavolo, ormai è coperto di sangue, ma respira.
I poliziotti gridano di arrendersi, ma un gorilla spara un colpo e loro rispondono con l'ennesima scarica di mitra, un proiettile rimbalza contro il muro e colpisce la testa del vecchio che tenevo tra le braccia.
Oltre al bastardo e al sottoscritto sopravvive alla sparatoria uno dei suoi scimmioni, la polizia li ammanetta e fa per portarli via quando il bastardo col ghigno soddisfatto per la sua bravata mi chiede "non guardi il river ? ", non gli do la soddisfazione, se ne vanno, un poliziotto mi aspetta per portarmi in questura, mi devono interrogare per avere dettagli sulla strage, mi guardo intorno, sono solo nella stanza, vado verso il tavolo, gli schizzi di sangue hanno macchiato le carte, brucio una carta, giro il river,
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mi spiace vecchio, non era proprio la tua giornata.
Mysterion