Sono ormai quasi due mesi che non scrivo nulla sul mio blog, il motivo è presto detto, sono ormai quasi due mesi che non tocco le carte; unica piccola parentesi in questo periodo di assoluto stacco, l’invito a Savona da parte del mitico Alby64, invito a cui non potevo mancare.
Non ho scritto nulla di quel torneo, non tanto perché non fosse andato bene, ma per il semplice motivo che ho veramente staccato la spina dal poker.
Si giochicchio sempre on line, ma più come passatempo che altro.
Se ripenso a quel torneo e devo dire qualcosa, allora dico che forse, pur uscendo relativamente presto, ho giocato il mio miglior torneo in versione super aggressive.
Già, quella sera, forse per lo stacco mentale, forse per il polverone che era scoppiato su pokerpoker dopo un post mio e di fast, ho giocato aggressivamente come non mai, oserei quasi essere blasfemo dicendo che ho giocato alla Minieri.
Ovviamente ora non facciamone un caso di stato, è solo un modo di dire, per far capire come abbia giocato in maniera completamente diversa dal mio classico stile.
Comunque mi sono divertito molto e devo anche dire che ho capito cosa voglia dire e quanto sia complicato giocare come il fenomeno, (sempre con i dovuti distinguo).
Tanto per far capire cosa intendo, siamo partiti con stack di 15K e livelli d 40 minuti, ebbene, a dieci minuti dalla fine del primo livello ero a 25K avendo giocato il 60/70% delle mani in continui raise e ri-raise.
A metà del secondo livello mi trovo al punto di partenza con 14K e a metà del terzo sono di nuovo a 24K.
Non credo di aver mai giocato tante mani in così pochi livelli come quella sera, commettendo anche sicuramente dei grossi errori, cosa credo del tutto naturale quando ti approcci per la prima volta ad uno stile che non sia il tuo e che quindi non sai gestire.
In quella sera ho capito anche un’altra difficoltà di quel tipo di gioco, difficoltà che vorrei chiamare “sbronza da aggressività”. Sicuramente qualcuno sgranerà gli occhi a questa affermazione, beh quello che voglio dire è semplicemente che quando giochi così aggressivo e vedi che il tavolo ha paura di giocare in ogni singola mano perché non sa cosa combinerai, ci vuole veramente una disciplina di ferro per non farsi prendere la mano, cosa che ovviamente puntualmente mi è successa.
Un’altra cosa molto importante che ho capito in quella serata, centra poco con la tecnica e la strategia ma molto invece con me stesso, e che il mio allontanamento autoforzato dal gioco è stata una scelta giusta.
Sicuramente amo ancora tantissimo questo mondo e questo gioco e altrettanto sicuramente, (per quanto riguarda il gioco live), mi sono tolto diverse soddisfazioni in questi due anni, dal fatto di essere tra i primi 40 giocatori italiani nella money list, al settimo posto della classifica di card player italia del 2007 e infine di aver passato quasi un mese a las vegas insieme al mio amico fast e con la splendida compagnia di grandi veri campioni e amici come alioto, pagano e binelli.
Eppure questo allontanamento, mi ha fatto assaporare meglio tutto quello successomi in questi due anni grazie ad un semplice gioco, oltre ad avermi fatto ben comprendere anche cosa invece non andasse.
In questo periodo non ho comunque smesso di occuparmi di texas, anzi, ho continuato e aumentato il mio lavoro per poker dassi oltre a portare avanti un altro progetto a cui da tempo stavo lavorando e cioè il mio ingresso in un circolo di texas in provincia di milano, ma di questo vi parlerò più nel dettaglio in un altro momento.
Vi starete chiedendo perché scrivere questo post, in fondo tutti voi in un blog sperate e vorreste leggere di grosse partite e grosse vincite, ebbene il motivo di questo post è semplicemente quello di andare con calma.
Sì, avete letto bene, giocate, giocate quanto volete e cercate di migliorare ogni giorno, ma prendete questa passione con la giusta velocità, in questi due anni ho visto un sacco di cose, molte belle ma altrettante molto meno.
Ho visto gente vincere grosse cifre e perderle alla velocità della luce, presi nella centrifuga di un mondo che, ancora oggi gira per la stragrande maggioranza all’interno di casinò, con tutto quello che questo vuole dire.
Ho visto spuntare alla ribalta nuovi nomi che sono sono solo all’inizio di quella che sarà, secondo me, una grande carriera, come Isaia, Swissy, Mazzia etc..
Ma ho anche visto ragazzi, buttarsi allo sbaraglio dopo una vincita o un tavolo finale, convinti che quel singolo momento di gloria li autorizzasse con merito a sedersi a tavoli cash che invece avrebbero dovuto solo guardare da lontano.
Ho visto nascere circoli e giocatori ad una velocità allucinante, cosa che ha fatto si che questo gioco diventasse in brevissimo tempo il gioco per eccellenza dell’italia e non solo.
Ma ho anche visto gente senza nessuna esperienza o cognizione di causa improvvisarsi organizzatrice.
Ho visto crescere incredibili amicizie fra quei tavoli verdi e quei mazzi da 32 carte ma anche incredibili scontri, a volte di potere a volte di invidia, insomma, potrei andare avanti per ore credo nell’elencare tutto quello che di positivo mi ha dato e ho visto nel texas e tutto quello di negativo che c’è.
Ecco perché questo post, ecco perché della decisione di fermarmi un po’, fermata che per quanto riguarda la mia vita da giocatore continuerà ancora per un bel po’.
In questo periodo ho ripensato molto a quando ho iniziato, quando tutto era ancora veramente solo un gioco nel vero senso della parola, alle storie che mi inventavo e scrivevo sul forum di luca, come quelle del “signore dei tavoli verdi”, o al post dei pinguini, alle gare sempre sul forum di luca per aggiudicarsi più stelline e altre mille cose così.
So che molti di voi non sanno nemmeno di cosa stia parlando, ma non importa, quello che voglio dire è che per molti di noi, la stragrande maggioranza di noi, questo è un semplice gioco e tale deve rimanere, almeno fino a quando veramente non avrete la certezza che possa diventare qualcosa di più.
Ma questa certezza deve essere basata e costruita su solide fondamenta e non data dal dolce sapore di brevi trionfi.
Quindi, datemi retta, ogni tanto fermatevi, fate una pausa, andate piano, non correte come assetati persi in un deserto che credono di aver visto un’oasi.
Non ho mai creduto molto nei detti comuni ma come in ogni cosa, c’è sempre l’eccezione e credo che questo sia uno di quei casi…… “chi va piano va sano e lontano!”.