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Discussione: C'è chi dice No - Come rinunciare alle WSOP

  1. #1
    Moderatore Array L'avatar di Marco BadBeat
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    C'è chi dice No - Come rinunciare alle WSOP

    Il nostro portale ItaliaPokerClub sta per intraprendere una delle avventure più entusiasmanti per chi si occupa di poker. L'apice di tutti i tornei, il sogno di tutti i giocatori, la storia che diventa presente con il ripetersi ogni anno delle World Series Of Poker. Ovvero il centro dell'universo del poker giocato (e narrato).

    Conosco chi farebbe a gara per andare anche solo a vedere da lontano per qualche minuto un evento del genere. E ovviamente conosco anche chi tra i nostri inviati è stato scelto per raccontare a chi resterà a casa, le emozioni che si susseguiranno durante questo mese e oltre.

    Per chi lavora in questo settore, per chi ne ha fatto ormai una professione fissa e si "sbatte" tutto l'anno nel raccontare gli eventi nostrani, è un premio e un fiore all'occhiello da portare non solo come esperienza personale ma anche come dote nella sua futura crescita personale.

    Voglio raccontarvi perchè io non sarò tra questi. E lo faccio più che altro per cercare di capire le motivazioni che mi hanno spinto a declinare l'offerta, nonostante come detto, ne senta il forte richiamo professionale.

    Intanto non vorrei pensaste che andare a Las Vegas oggi, per un portale che si occupa di poker sia scontato. Tanto quanto la televisione ai mondiali di calcio. In realtà come qualcuno si è già accorto, da qualche tempo non si seguono più nemmeno i tornei in giro per l'Europa, vedi per esempio i vari EPT che pure riscuotono grande successo di pubblico.

    Il problema non è certo la volontà, nè tantomeno il poco interesse nel seguirli da vicino quando semmai i costi che si celano dietro una trasferta di questo tipo. E se per ogni portale diventa troppo oneroso girare per l'Europa con i suoi inviati, immaginate quanto può esserlo spostarsi verso Las Vegas. E per un tempo decisamente più lungo.

    Quindi prima di tutto diciamolo chiaramente, senza l'aiuto di un buono sponsor non si va più da nessuna parte fuori dai nostri confini. (alias grazie a SISAL che ha potuto permettere tutto questo per la gioia nostra e speriamo anche di chi seguirà i nostri esclusivi contenuti che a differenza di tanti altri che seguiranno da casa, saranno fatti sul posto, tastando il polso della situazione in presa diretta).

    Tornando a me, pensate forse che non abbia voglia di vedere la capitale del gioco?

    In realtà è almeno un decennio che penso in maniera totalmente "decadente" di emulare le gesta di Nicolas Cage nella città del peccato, più ancora che quelle di Doyle Brunson. Quindi perdonatemi se penso che oltre al poker, abbia almeno altri cento miliardi di motivi più profondi per visitare un tempio per cinema, narrativa e storia della mia cultura più "beat".

    Quando ho ricevuto la telefonata del nostro direttore che mi diceva "Fava c'è da andare a Las Vegas per seguire le WSOP, sei disponibile?", ho subito detto "Eh, certo che sono disponibile!". Non vedevo l'ora di buttarmi nella mischia, potendo magari (e finalmente) raccontare il torneo più importante del mondo come non l'aveva mai fatto nessuno. Poter far rivivere le gesta dei nostri "eroi" di carta (o delle carte...) nella maniera più originale possibile, poter aggiungere quel pizzico di poesia che solo una mente malata di sogni (e di vecchi fottuti racconti) come la mia può vedere nella città dove ci sono più troie e casinò che alberi.

    Così prendo subito la macchina (quella della mia fidanzata a dire il vero perchè io non possiedo un'auto, voglio poter bere liberamente i soldi dell'assicurazione e della benzina), e mi fiondo al comune per avere notizie sul mio passaporto. Non è nemmeno scaduto, devo solo fare i vari permessi per gli USA e sono a posto.

    La sera mi metto nel letto e comincio a fantasticare sulle mille possibili facce di LV, la vedo nella mia mente dall'alto prendendola prima tutta insieme e poi smontandola pezzo per pezzo ricorrendo alle scene dei film che la ritraevano. La guardo come si guarda la lontano un palazzo per poi coglierne con calma ogni mattone.

    E sento il cuore che comincia a pulsare all'impazzata. E non di gioia. Sono le tante paure che mi porto dietro che tornano a galla, svegliate d'improvviso come una campanella di fine scuola. Mi ero quasi dimenticato della mia paura di volare.

    Ecco, io so che a questo punto, dopo avervi introdotti con pathos a questa vicenda, a questo punto dicevo molti di voi avranno chiuso il libro delle mie parole. Probabilmente liquidando tutto come "Ma che cazzo, ci aspettavamo qualcosa di più. Hai solo la solita cazzo di paura del volo!".

    E io mica vi ho detto che sono speciale. Sono speciali solo per me le mie paure. E risulta dannatamente difficile farle capire agli altri. Soprattutto a chi non le ha mai provate. E' come spiegare ad alcuni amici emiliani che si sono trovati vicini all'epicentro dell'ultimo terremoto, che oggi restare con i figli in macchina quando la tua casa non è danneggiata solo perchè hai paura che possa arrivarne un altro è pura follia. Io lo SO che rischio di più a passeggiare a piedi ubriaco per il centro di Bologna alle quattro di notte che non a chiudermi in un cilindro a 10 mila metri di altezza.

    Intendiamoci, io prendo quattro o cinque aerei all'anno, cerco di non farmi mai condizionare dalle fobie (anche se sarei un caso da Dr.House su questo). E' vero che generalmente sono in compagnia, è vero che di solito sono tragitti di massimo quattro ore. E' vero che in molti di questi viaggi non ho fatto altro che sopire il tutto con una pastiglia di Xanax che risolve tutto per un certo lasso di tempo. Ma cerco di andare oltre.

    Questa volta invece non ce l'ho fatta. Sto ancora cercando di capire i motivi per cui dopo quella telefonata, non sono più riuscito a vivere serenamente questa proposta. Cominciando a crearmi immagini virtuali di me chiuso dentro l'aereo più vicino allo spazio che non a casa mia, di me che perdeva i sensi a metà dell'oceano atlantico, di me che batteva i pugni contro l'uscita di emergenza mentre il poliziotto di bordo mi sparava con il teaser.

    Insomma per farla breve decido di rinunciare. Decido questa volta di dar retta alle mie paure abbandonando il viaggo, una grande e nuova esperienza, una possibile crescita professionale.

    La lotta contro le proprie paure non è una battaglia da vincere. E' una lunga guerra che dura tutta una vita. Gli concedo questa breve vittoria, mi abbandono un attimo a crogiolarmi nel piacere masochista della sconfitta. Come quando respiro adagio nel letto al mattino dopo una sbronza. Nel momento che è stato definito "Il momento dell'inutile pentimento".

    Per tutta risposta la mia fidanzata ha prenotato un bel volo Bologna-Marsa Alam questa estate. La guerra non è ancora finita. Venite paure mie, siamo al secondo round di questa tappa delle World Series of Fear! (male che vada...c'è lo xanax...)
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  2. #2
    Mod Sit and Go Array L'avatar di qcontinuum
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    che dire? complimenti a te che sei stato pronto a metterti a "nudo" (metaforicamente obv, che altrimenti mica sarebbe un bello spettacolo ) e raccontarci (con il consueto ottimo stile) le tue paure..

    nel merito della vicenda, ritengo sia pure difficile entrarci (e forse nemmeno giusto)
    "
    Just remember what ol' Jack Burton does when the earth quakes, and the poison arrows fall from the sky, and the pillars of Heaven shake. Yeah, Jack Burton just looks that big ol' storm right square in the eye and he says, "Give me your best shot, pal. I can take it."
    "

  3. #3
    Poker Array L'avatar di Dancar
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    Bel post

    Probabilmente il 90% degli utenti starà qui a pensare che tu sia un pazzo rinunciando a un'occasione del genere, ma la motivazione che hai dato è abbastanza chiara per far capire il motivo della scelta.

    E' facile dire "al tuo posto mi sarei imbottito di tranquillanti" o frasi del genere, perché quando la paura non è la tua credi sempre sia facile superarla o aggirarla. Basta poco, la volontà di farlo e la cosa si supera. Chissà perchè però poi, in realtà, quando siamo colpiti dalle nostre, tutto diventa più difficile e capiamo che invece saremmo pronti alla qualsiasi pur di non doverle affrontare.

    Consentimi però di non essere completamente d'accordo su una cosa che hai detto: "La lotta contro le proprie paure non è una battaglia da vincere. E' una lunga guerra che dura tutta una vita". Dipende da cosa volevi dire. Personalmente credo che sia possibile eliminare una fobia o quantomeno contenerla in modo "decisivo" e riuscire a conviverci senza problemi. Ovviamente ciò non è fattibile semplicemente ripetendo dieci volte a mente "io non ho paura di questo".

    Sto leggendo un libro sugli aspetti puramente mentali del nostro essere e su come risolvere i nostri leak nella vita e spiega come per risolvere qualsiasi nostro "malfunzionamento" sia assolutamente errato cercare di colpire il problema, imponendosi di convincersi semplicemente che non c'è e cercando di prevenirlo quando capiamo che sta per arrivare, ma piuttosto come sia necessario studiare in fondo i sintomi e le motivazioni dello stesso e combattere profondamente queste, comprendendo perché esistono e l'errata causa che porta il cervello a preoccuparsene, per risolvere il tutto. Sì lo so, è banale, è un po' quello che dovrebbe essere in grado qualsiasi bravo psicologo quando deve individuare il motivo di una nostra fobia. Però è interessante e mi fa credere che un po' tutto sia poi in fondo effettivamente risolvibile.

    Sì lo so, sono andato oltre, ma il tuo discorso mi ha dato questo spunto di discussione, spero di non aver deragliato

  4. #4
    Moderatore Array L'avatar di Marco BadBeat
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    Quote Originariamente inviato da Dancar Visualizza il messaggio
    Consentimi però di non essere completamente d'accordo su una cosa che hai detto: "La lotta contro le proprie paure non è una battaglia da vincere. E' una lunga guerra che dura tutta una vita". Dipende da cosa volevi dire. Personalmente credo che sia possibile eliminare una fobia o quantomeno contenerla in modo "decisivo" e riuscire a conviverci senza problemi. Ovviamente ciò non è fattibile semplicemente ripetendo dieci volte a mente "io non ho paura di questo".

    Sì lo so, sono andato oltre, ma il tuo discorso mi ha dato questo spunto di discussione, spero di non aver deragliato
    Quello che volevo dire è un fatto. Per anni ho frequentato e spesso anche "Diretto" gruppi di auto aiuto per Attacchi di Panico (non derivati ovviamente dal semplice "volare" che è solo un piccolissimo aspetto della faccenda) e quando si hanno questo tipo di fobie che sfociano in attacchi di panico non si tratta di "guarire" in quanto non è una malattia. Si tratta di "convivere". Cercando di comprendere gli aspetti che portano a quel determinato problema che per me è la paura dell'aereo (ma molto più in generale degli spazi chiusi da cui non si può uscire in caso di necessità) ma per molti altri si sviluppa in maniera diversa (c'era chi in macchina avrebbe fatto da solo il giro del mondo, ma se lo lasciavi solo per strada smetteva di respirare, e via dicendo).

    Questi aspetti riguardano un aspetto emotivo della propria vita, ed ovviamente ogni caso è soggetto al suo personalissimo percorso per cercare di "convivere" con le sue fobie.

    Se si trattasse semplicemente della "Paura di Volare" in quando limitata magari alla paura del mezzo, o che l'aereo cada, certamente ci sono percorsi di aiuto per cui è possibile eliminare quella "fobia del volo". Ma generalmente gli "attacchi di panico" hanno radici più profonde e più lunga e profonda è anche la strada per "conviverci".

    Ps. Non hai affatto deragliato. Ho scritto tutto questo proprio per cercare confronto, altrimenti lo avrei tenuto per me sul fondo del mio bicchiere bi birra serale.

  5. #5
    Moderatore Array L'avatar di NoCards
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    Fava = Bergkamp



    GL

  6. #6
    Mod Heads Up Array L'avatar di Akon Shinnik
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    Semplicemente GG Marco.

    Ti godrai Marsa Alam con la tua donna, anche più di Vegas se è possibile!

  7. #7
    Full house Array L'avatar di BOBILROSSO8
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    Fava = Bergkamp



    GL
    ahahahahahah e vero Bergkamp si fece 1500 km in auto per giocare in russia se non erro e per giocare USA 94 lo addormentarono in aereo... se non sbaglio.... se non ricordo male

    ma lui lo doveva fare di professione - x Marco non lo è esattamente.... una professione... scusa se ho detto qualcosa di inesatto.... gl e gg per le tue paure.....

  8. #8
    Moderatore Array L'avatar di NoCards
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    Quoto da Wikipedia:

    "Bergkamp è noto per la sua paura di volare. Sembra che questa fobia nacque nel 1994 durante i mondiali di calcio negli Stati Uniti. All'epoca la squadra olandese viaggiava sempre con dei giornalisti e pare che uno di questi abbia affermato che sull'aereo ci fosse stata una bomba. Questo episodio ha provocato panico tra i passeggeri e, in particolare, a Bergkamp, il quale rimase traumatizzato. Ciò ha dato luogo al soprannome di Bergkamp: Non-Flying Dutchman (l'olandese non volante), una variazione sul tema di Flying Dutchman"


  9. #9
    Moderatore Array L'avatar di Marco BadBeat
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    E allora no, non è una professione la mia Io prendo quasi come Bergkamp sono solo meno famoso...
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  10. #10
    Mod Heads Up Array L'avatar di Sgargetto
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    Io dico solo...guarda cosa ti poteva attendere a Vegas.....





    ...avevi delle potenzialità per far bene....ma ormai tutto è vanificato....

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