Nel cash game la continuation bet è una delle più importanti skill che bisogna integrare nella propria strategia di gioco per renderla
profittevole e vincente ed è il modo migliore per aggredire un piatto che abbiamo openraisato preflop. Naturalmente a seconda del field del
tavolo in cui siamo seduti e del board che si presenta al flop, fare o meno la cbet può essere una decisione complessa. Con questo
articolo escludendo i casi in cui abbiamo hittato bene e la cbet va ovviamente fatta, cercherò di descrivere le situazioni principali
più indicate per effettuarla e al contrario le situazioni in cui è meglio tirarsi indietro.
Innanzitutto bisogna fare una distinzione tra i vari board che troveremo al flop: board che non sono molto connessi , ossia che non
presentano progetti per il colore o la scala,sono denominati “dry” e rappresentano la situazione ottimale per una cbet. D’altro canto
altri tipi di board denominati “wet” , che presentano progetti a colore o a scala , non sono l’ideale da cbettare perché possono con
più facilità legare in qualche modo una hand dell’avversario.
La situazione migliore per la cbet è rappresentata da un board dry contenete l’A; questo perché la presenza dell’asso è molto minacciosa
e gli avversari difficilmente avranno legato qualcosa di forte. Esempi:
1. Siamo sul bottone ed apriamo con, il big blind completa. Al flop cadono
, il BB fa check e noi cbettiamo circa 2/3 pot;
in questo modo rappresentiamo l’asso e l’oppo difficilmente seguirà in call.
2. Apriamo da CO con, SB e BB chiamano. Il flop è
, entrambi i blind
fanno check e noi usciamo puntando almeno i 2/3 del piatto. Nonostante sia un 3way e il
board non fosse propriamente dry siamo comunque IP e dopo il check dei due player,
cbettiamo ugualmente vincendo spesso uncontested.
Il principio che abbiamo descritto per board contenenti l’A può essere esteso anche ai casi K-high, Q-high e J-High , mentre da quelli
T-high in giù la situazione diventa un po’ più complessa. Su board comeun giocatore che abbia hittato il 7 , magari accompagnato
dall'A, è molto più restio a foldare alla nostra cbet e più probabilmente chiamerà per cercare di migliorare al turn; allo stesso modo
anche giocatori con due overcard o con pocket pair medie saranno propensi al call e difficilmente passeranno la loro mano. Con questo
tipo di board quindi sempre deve essere automatica la cbet ma bisogna fare attenzione al player che abbiamo di fronte perché spesso
avremo bisogno di una second barrel (solo su determinati turn) per aggiudicarci il piatto.
Un’altra situazione profittevole per effettuare la cbet è data dalla presenza di flop pairati o nei preflop 3bettati; in entrambi i casi va sfruttata
la tendenza degli avversari a giudicare il flop in base al fatto se li abbia aiutati o meno. Nella prima situazione ad esempio un board Q44
non ha quasi sicuramente aiutato il nostro avversario, il quale spesso sarà disposto a foldare ad una cbet, perché avrà raramente una mano
molto forte (il Q o il 4) o spesso non avrà nulla, mentre sono pochi in casi in cui cadrà nel mezzo come con le PP medie. Dunque cbettando con
size pari a ½ pot sfrutteremo questo modo binario di ragionare del nostro avversario a nostro favore e vinceremo la gran parte dei piatti. Anche
nel secondo caso ossia quando siamo nei 3bettati, puntando regolarmente ½ pot senza committarci , ci aggiudicheremo il pot uncontested la
maggior parte delle volte; questo perché con la nostra cbet si formerà un piatto grande se rapportato ai resti dell’oppo il quale difficilmente
continuerà nella prosieguo della mano con progetti o punti deboli. Ad esempio il CO, giocatore sensato, che è solito aprire con range ampio da
quella posizione raisa e noi da bottone condecidiamo di 3bettarlo , coscienti che la maggior parte delle volte oppo folderà. In questo
caso però chiama e il flop è, oppo fa check e noi usciamo cbettando ½ pot. Anche se il board è wet e l’avversario avesse in qualche
modo colpito il board, difficilmente sarà disposto a chiamare/pushare la nostra cbet a meno di non avere mani forti come scala, set e top pair
top kicker o progetti veramente forti come monster draw o nut flush draw, perché tenderà a considerare la situazione come utile o non utile
a sbancare i resti.
Tuttavia quando l’entità del piatto è bassa e il board è molto connesso le considerazioni fatte sul modo binario di ragionare degli avversari
cominciano a scarseggiare, ossia l’oppo avrà molti più motivi per rimanere in gioco e chiamare la nostra cbet. Queste situazioni sono quelle
in cui bisogna essere più prudenti ad effettuare la cbet in quanto il board è potenzialmente sfavorevole. Ad esempio se rilanciamo con![]()
e veniamo flattati dal BTN il flop ènon conviene effettuare la cbet per vari motivi:
1. oltre a non aver hittato nulla abbiamo poche speranze di migliorare la nostra mano nelle street successive infatti anche se cadesse un T
avremo solamente una third pair, non sufficiente a “sparare” una seconda bet al turn, se non con l’intenzione di proseguire in uno
sconsiderato bluff;
2. il board è wet, ci sono possibili progetti per scale e colori, dunque è più probabile che il nostro avversario abbia legato in qualche modo
e sia disposto a chiamare la cbet con molte combinazioni di carte ;
3. siamo OOP e dovremo parlare per primi per l’intero svolgimento della mano;
4. un avversario attento potrebbe sfruttare la nostra eccessiva tendenza alla cbet seguendoci in call al flop e floatando al nostro check al turn;
In conclusione soprattutto quando siamo fuori posizione e contro avversari capaci dovremmo diminuire la frequenza delle cbet e stare molto più
attenti a riconoscere quei board che possano aver aiutato l’avversario.